Cielo Rosso è la storia di una città che non conosciamo, ma a cui ci sentiamo legati indissolubilmente. Perché se Brescia, la nostra città d’origine, è lontana un migliaio di chilometri dalla Taranto raccontata dal brano, è anche vero che è molto vicina per diversi aspetti.
A partire proprio da quel cielo rosso che ci accomuna, soprattutto in giornate particolari, un cielo che diventa il soggetto di selfie estemporanei di tramonti meravigliosi, ma che è anche la testimonianza di un problema presente e troppo spesso sottovalutato e nascosto: quello dell’inquinamento.
Quando i fratelli e le sorelle dell’Ardita Due Mari ci hanno chiesto di raccontare la loro storia abbiamo accettato immediatamente.
Perché la storia dell’Ilva e di Taranto assomiglia molto a una realtà che conosciamo benissimo: quella in cui con il ricatto del lavoro si distrugge una città e la si inquina fino al punto di non ritorno, come è stato anche per la nostra Brescia, con le sue acciaierie, con la Caffaro e con una cultura del lavoro spinta oltre ogni limite immaginabile e tollerabile.
È per questo motivo che nella seconda strofa della canzone abbiamo volutamente inserito alcuni versi tratti da un pezzo di Zorba che parlava dell’inquinamento bresciano, (Questa città è) Contaminata. Parole già sentite, ma che non smettono mai di stupire per la loro attualità e per la loro forza.
Cielo Rosso quindi diventa l’inno di un gemellaggio: quello di una squadra di calcio di sport popolare con un gruppo rap militante: lontani nello spazio, vicinissimi nella lotta per un mondo più sano, meno inquinato e finalmente giusto.
“E forse chiami casa questo posto
lotti a più non posso su questo mare mosso
con questa polvere addosso
molti l’han rimosso e non lo vedono
questo cielo rosso”
Musica a cura di Mekis, voce e testi di Zorba. Registrata in lockdown a Brescia presso Linea di Confine, mixata e masterizzata a Genova da Mekis per Cockroach Int. Production.
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